Mostra antologica della città di Ulderico Marotto.
Non la rivedremo più così
Una novantina di opere compongono la mostra antologica «Cantar Verona» che l’associazione culturale Quinta Parete dedicherà da dopodomani alla Gran Guardia a Ulderico Marotto, pittore nato a San Michele Extra nel 1890 (e morto nel 1967) che nel Novecento raffigurò la sua Verona con poesia e intensità, attraverso pennellate che raccontano epoche e quartieri oggi mutati. L’inaugurazione si terrà alle 18. L’esposizione, curata da Federico Martinelli, presidente di Quinta Parete, presenta non solo le grandi piazze, i ponti e i palazzi del centro storico, ma anche bambini vivaci che rincorrono una ruota di bicicletta o accovacciati in un polveroso vicolo del centro, donne sedute a crocchio intente a ricamare e ad accudire i fanciulli, animali da cortile e tutti i mestieri dell’epoca: sabbionari, traghettatori, contadini, pescivendoli, spazzacamini, impegnati nelle loro attività. Non di meno sono presenti vedute d’epoca come i ponti provvisori sul fiume, i mulini, le chiatte, le case, tutto ormai perduto, ma immortalato dal pennello gentile di Marotto, di chiaro sapore ottocentesco. Artista precoce, Marotto iniziò a lavorare a 12 anni per esigenze familiari, e contemporaneamente si iscrisse e alla Scuola di arti e mestieri che continuò a frequentare anche dopo il trasferimento a Milano; successivamente partecipò ai corsi all’Accademia e una scuola serale al Castello Sforzesco.
Marotto dipinge a tempera e a olio, ma predilige l’acquerello, tecnica difficile che non permette incertezze e che inizia a sperimentare insieme all’amico Vincenzo Castelli. Marotto è artista che fa vita ritirata, ama la solitudine, è schivo e modesto, poche le mostre realizzate e poche le esposizioni, mai un concorso; è un uomo che ha conosciuto la fatica e le avversità ma non si è mai arreso, sostenuto dall’amore per l’arte, confortato dalla fede. A completamento dell’esposizione ci saranno anche alcune opere dedicate a città limitrofe: Mantova, Venezia, Milano. La mostra ha l’intento di accompagnare il visitatore all’osservazione di una città «nascosta», ma pur sempre da scoprire anche attraverso la luce, che è caratteristica delle opere di Marotto, quella luce dell’anima che l’ha consacrato tra i più validi artisti veneti del Novecento.
L’ingresso è libero. L’antologica «Cantar Verona» rimarrà aperta fino all’8 gennaio con orario 10-19 (il “6 dicembre 14-19, a Natale e Capodanno resterà chiusa). Per informazioni: www.quintaparete.it.