L’Associazione Culturale Quinta Parete di Verona con la collaborazione della 1^ Circoscrizione di Verona – Centro Storico organizza “Il bello che unisce. 50 anni nel colore: una passione mai sopita”.
L’esposizione – che si terrà a Verona presso Sala Birolli in Via Macello 17 – inaugura sabato 25 settembre alle 17:00 e sarà aperta tutti i giorni, fino al 9 ottobre, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00 ad esclusione del lunedì con ingresso libero e previa presentazione del green pass.
Perché questa collettiva di quattro donne, Manuela Bertoni, Doris Faccioli, Letizia Salandini e Lisa Tosco? Per confermare che le passioni, quando sono autentiche, non si spengono mai.
Dopo 50 anni dalla maturità del Liceo Artistico del 1971 quattro compagne di classe si ritrovano e scoprono che per tutte loro la passione per l’arte, i colori e le forme non si è mai spenta e ha continuato a pervadere la loro esistenza nonostante differenti scelte lavorative e di vita.
Dalle loro esperienze nasce la necessità di ritrovarsi, di ri-conoscersi e insieme dare vita ad una sinergia creativa che non ha età.
Capaci di stupire e affascinare con opere dagli stili e dai contenuti diversi, ciascuna di loro esprime il proprio carattere:
MANUELA
Sintesi di fantasia, linea e colore sono la componente maggiore dei suoi quadri: una sorta di “déco moderno” che esprime al meglio il suo carattere.
DORIS
Tratta i soggetti con ironia. Nei suoi quadri, le composizioni a base naturalistica, sfociano nell’onirico e nel surreale.
LETIZIA
Elegante e romantica, propone il calore delle sue stoffe d’arredo per ambienti, che creano un’atmosfera da “vivere”.
LISA
Forte ed espressiva, nei suoi dipinti le immagini vanno oltre la tecnica e si arricchiscono di profondità psicologica.
“Un esposizione che trasmette emozioni genuine”, sottolinea il Presidente di Quinta Parete Federico Martinelli. “Le opere in mostra hanno il valore della spontaneità e dell’autenticità e spero siano motivo per far rivivere quelle splendide emozioni non solo alle autrici delle opere ma anche ai visitatori della mostra. Il desiderio è anche quello di solleticare lo spirito creativo di chi si recherà in Sala Birolli, risvegliando l’eventuale anima artistica di chi potrebbe riconoscersi in un simile percorso.”